Avv. Antonio Tanza - Vicepresidente ADUSBEF


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articoli 2004

In edicola

Panorama Economy

Del 28.10.04 pagg. 39 e ss.

Quei risparmiatori non ci credono più

(...) ADUSBEF HA CHIESTO 8 MILIONI. (...) Sulla stessa scia è l'ADUSBEF che come CODACONS, la Federconsumatori, Adiconsum e Confconsumatori ha ritenuto opportuno presentare richiesta di risarcimento sia come associazioni sia per i singoli risparmiatori. Chiarisce Antonio TANZA, Vicepresidente ADUSBEF: " abbiamo presentato le deleghe in Tribunale per 400 - 500 risparmiatori, ma ci siamo anche costituiti come associazione richiedendo il risarcimento del danno morale per 8 milioni di euro. (...)" Altro discorso merita la costituzione di parte civile nel prosieguo della vicenda giudiziaria Parmalat, cioè al momento dell'avvio del secondo troncone dell'inchiesta milanese quesso su banche, società di rating e revisore dei conti, che ormai è alle ultime battute. In questo caso il risparmiatore avrà di fronte soggetti dalla comprovata disponibilità economicva e, dunque, pur tenendo conto delle possibili lungaggini processuali, ottenere risarcimenti è possibile.(...)"



IL TEMPO

- del 20 Ottobre 2004 - Pagine Locali di Frosinone

"La BICICLETTA VA IN TRIBUNALE"

CASSINO - Si terrà l'8 febbraio prossimo il processo contro l'inventore della bicicletta rivoluzionaria denominata "Kigò". Dopo una lunga camera di consiglio durata oltre quattro ore il Giudice delle udienze preliminari di Cassino, Dott. Mancini, ha rinviato a giudizio 6 persone con l'accusa di false comunicazioniu sociali fornite all'assemblea degli azionisti Bkey. Alla sbarra sono stati trascinati Ernesto FARINA, medico di Sora, Luciano FARINA, insegnante, Roberto FARINA, Massimo D'AMBROSIO, commercialista, Rocchino D'AMBROSIO e Franco D'AMBROSIO, commercianti. Le indagini sono state avviate a seguito di una querela presentata da un nutrito gruppo di azionisti che si sono rivolti all'ADUSBEF (associazione a difesa dei consumatori). Cosa era successo? A seguito dell'inchiesta messa in atto dalla Guardia di finanza di Sora e l'acquisizione di una perizia tecnico contabile, redatta in sede di incidente probatorio la dott.ssa Loredana DE CESARE, il P.M. aveva chiesto il rinvio a giudizio per i sei indagati. Nel corposo dossier erano stati raccolti elementi schiaccianti nei confronti degli imputati. Le parti offese (sono oltre 506 gli azionisti coinvolti in questa vicenda) si sono costituite parti civili tramite gli Avv.ti Luigi MONTANELLI, Presidente dell'Ordine degli Avvocati di Cassino nonchè neo delegato dell'ADUSBEF, e l'Avv. Antoniuo TANZA, Vicepresidente Nazionale ADUSBEF. Gli imputati sono invece rappresentati dagli avvocati Prof. Francesco FORTUNA, Riccardo DI VIZIO, Alessandra FABBRIZIO, Sandro SELERA e Maurizio VENEZIA. Questi ultimi hanno sollevato una serie di eccezioni che sono state, però, rigettate dal GUP che, sulla base delle fonti acquisite dalla difesa ha deciso di rinviare a giudizio i sei indagati. I reati contestati e già citati prevedono una reclusione che va da un minimo di mesi sei ad un massimo di anni tre, oltre alla restituzione agli azionisti delle somme versate ed il risarcimento dei danni cagionati ed in particolar modo agli azionisti che si sono costituiti e che si presenteranno come parte civile all'udienza dell'8 febbraio del 2005. Da sottolineare che le seguenti società, dopo aver raccolto ingenti somme di denaro dai risparmiatori per un importo di 12 miliardi e 150 milioni delle vecchie lire, attualmente sono il liquidazione: Bkey Italia Spa, capitale sociale lire 5.miliardi messa in liquidazione il 29 aprile 2004; Bkey Production Spa, capitale sociale lire 6 miliardi 750 milioni, messa in liquidazione in data 2 maggio 2003 (tutt'ora i liquidatori richiedono ulteriori decimi da versare agli azionisti); Bkey Store Srl, capitale sociale lire 400 milioni è in liquidazione dal maggio 2002. Tra le parti offese il commercialista Ennio MANCINI.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - del 6 Ottobre 2004

Il legale dell’Adusbef ha presentato l’istanza per intervenire nel processo

Un gruppo di risparmiatori pugliesi parte civile per 15 milioni di euro

BARI – Sono un centinaio i risparmiatori pugliesi che ieri mattina, attraverso il legale dell’Adusbef, hanno chiesto di costituirsi parti civili nell’udienza preliminare del processo del crac Parmalat. Complessivamente, gli acquirenti pugliesi di obbligazioni e bond del grosso gruppo industriale parmense vantano un credito di circa 15 milioni di euro. E’ quanto ha rappresentato il loro legale, avvocato Antonio Tanza, vicepresidente nazionale dell’associazione per la tutela dei consumatori, nell’atto di costituzione di parte civile consegnato al giudice dell’udienza preliminare Casare Tacconi. I 15 milioni di euro corrispondono alla somma complessiva versata negli anni passati dai risparmiatori pugliesi a professionisti della promozione finanziaria che offrivano loro obbligazioni e bond. Che secondo la Procura milanese si sarebbero rilevati, poi, i “capitoli” di una truffa colossale.

Intanto, Adusbef di Terra di Bari, attraverso il suo Presidente, avvocato Massimo Malignano, per conto di cinque piccoli risparmiatori (tra i quali un pensionato) ha promosso cinque decreti ingiuntivi davanti ai giudici civili di Bari e Bitonto, allo scopo di ottenere la restituzione di 268 mila euro complessivi di capitale e interessi di obbligazioni della “Cerruti Finance”. Quest’ultima sarebbe una finanziaria del gruppo di mota “Cerruti”. Secondo i ricorsi, alla scadenza di luglio scorso, le obbligazioni non sarebbero state ripagate.

Non è escluso che l’Adusbef valuti l’opportunità di presentare una denuncia penale.

LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - LECCE del 5 agosto 2004

Iniziativa congiunta di Adusbef e Antonio Rotundo
I risparmiatori raggirati tentano di recuperare i soldi


Il plotone dei truffati dal promotore finanziario di Galatone Giuseppe Del Giudice si ritrova compatto e studia altre iniziative per recuperare almeno una parte dei risparmi andati in fumo. Questa volta scende in campo il mondo della politica e il pianeta delle associazioni di consumatori. Così ieri mattina, nel corso di un incontro, l'onorevole diessino Antonio Rotundo e il vice presidente nazionale dell'Adusbef, l'avvocato Antonio Tanza hanno illustrato i tentativi che sono stati avviati per mettere insieme l'esigenza di recuperare la fiducia tradita da parte delle banche e la consapevolezza dei circa 450 risparmiatori di non poter rientrare in possesso di tutto il capitale versato. Con una lettera inviata nei giorni scorsi alla Bnl e alla Ras Bank, l'Adusbef ha chiesto un incontro per avviare un tavolo di concertazione finalizzato alla difesa dei risparmiatori. «La situazione è apparsa più chiara proprio in questi giorni - fa sapere Tanza - quando la Ras Bank ha inviato ai clienti, dopo alcuni anni che non lo faceva, il primo estratto conto, dal quale molti di loro si sono resi conto di non aver mai sentito parlare di quei prodotti finanziari o di non aver mai firmato alcuni titoli. In alcuni casi il risparmiatore non ha riconosciuto neppure la firma apposta in calce». Se si tratta di truffa lo stabilirà la magistratura, che continua con le sue indagini, lunghe e complesse. Ai risparmiatori però, che in molti casi hanno affidato interi patrimoni familiari, interessa soltanto di limitare i danni. «Molti clienti del promotore finanziario sono residenti a Galatone e a Galatina - spiega l'onorevle Rotundo - ecco perchè si sono rivolti al parlamentare locale. Noi adesso dobbiamo dare risposte sul piano del ristoro ai danneggiati. L'incontro con gli istituti di credito si giustifica in quanto anche da parte delle banche è previsto un sistematico controllo sull'operato dei loro collaboratori. Si tratta di banche serie e molto conosciute che non meritano di essere screditate da simili "incidenti". E' altrettanto vero però che non è giusto mettere sul lastrico tante famiglie». L'Adusbef ha già una solida esperienza alle spalle in tema di prodotti «a rischio», avendo trattato in provincia di Lecce almeno 1.300 casi analoghi, riguardanti i prodotti della ex Banca 121. «Vorrei consigliare i risparmiatori - dice Tanza - di rivolgersi agli esperti prima di firmare i prodotti finanziari che le banche propongono, perchè quasi sempre cercano di vendere quelli sui quali guadagnano di più».
Cesare Mazzotta



La Repubblica

– Bari VII – 08 giugno 2004

L’intervista di Giuliano FOSCHINI ad Antonio TANZA, vicepresidente Adusbef

“Risarcimenti ? solo un caso su quattrocento”

Antonio TANZA è il vice presidente nazionale dell’Adusbef, l’associazione in difesa degli utenti per i servizi bancari e finanziari che in Italia conta 35mila iscritti.

Cosa ne pensa dei prodotti finanziari venduti da Banca 121?

Una vera schifezza

Non esagera?

Si tratta di contratti nulli o, comunque, senza dubbio invalidi. Prodotti altamente rischiosi, eppure venivano venduti come sicuri.

Monte Paschi è stata la prima banca a decidere di risarcire. E i tavoli di conciliazione li avete sottoscritti anche voi.

Pensavamo fosse una via di uscita. E invece anche in questo caso il risparmiatore non sempre viene rispettato. Ci sono due ragioni: i tavoli sui My Way e 4 You sono chiusi. Mps parla di un buon successo. Mentre in base agli ultimi dati disponibili, quelli di febbraio, hanno risarcito (dall’80% al 100%) soltanto nello 0, 25 per cento dei casi (170.000 in tutto), ovvero 1 su 400.

I loro numeri sono diversi (Fonte MPS: Venduti 170 mila; richieste rimborsi 13.940; 63% esaminati; 45% proposte di rimborso).

Attenzione: il 45 per cento di cui parlano si riferisce alle proposte di risoluzioni. Non alle risoluzioni.

La seconda ragione per cui i tavoli non funzionano?

Sono stati sconfessati dalla banca stessa. L’unico caso – salvo alcune eccezioni – in cui i risparmiatori sono stati rimborsati al 100 per cento, più interessi e spese legali, è per coloro che hanno presentato querela presso la Procura di Trani. Significa che la banca paga solo se attaccata legalmente.

E’ vero che grazie a questa vicenda voi delle associazioni state guadagnando molto?

Iscriversi costa dai 25 ai 100 euro. Glia avvocati lavorano con gli onorari minimi previsti dall’Ordine. Non saremmo etici se non lo facessimo.

CORRIERE DELLA SERA

29 aprile 2004

Banca 121, archiviazione per Fazio
La richiesta della Procura di Trani anche per Spaventa. Consumatori pronti al ricorso


MILANO - La Procura di Trani ha chiesto l'archiviazione per il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, indagato per le vicende riguardanti l'ex Banca 121, oggi controllata dal gruppo Monte dei Paschi di Siena, per non aver vigilato sul collocamento di prodotti finanziari che si sono poi rivelati una trappola per i risparmiatori. Il sostituto procuratore di Trani, Antonio Savasta, ha chiesto inoltre l'archiviazione per l'ex presidente della Consob, Luigi Spaventa. È quanto si apprende in ambienti vicini alla procura. Secondo le stesse fonti, su oltre 200 delle 250 denunce presentate presso la Procura di Trani (l'80% del totale), si sarebbe arrivati a una transazione con risarcimento dei danni alla clientela da parte di Mps.
Ma i consumatori sono di nuovo sul piede di guerra. L’Adusbef ha dato mandato all'avvocato Antonio Tanza, vice presidente dell'associazione, di presentare entro 10 giorni una memoria di opposizione al provvedimento di archiviazione per Fazio e Spaventa, spiegando di essere titolata ad opporsi poiché già dall'ottobre 2002 presentò centinaia di denunce alle procure di Lecce e Trani per conto di numerosi clienti dell'ex Banca 121 truffati. E anche l'avvocato Gaetano Scamarcio, legale di due dei risparmiatori danneggiati dalla sottoscrizione dei prodotti finanziari banca, ha preannunciato che farà opposizione all’archiviazione. La Procura avrebbe accertato che sulla vicenda dei prodotti collocati da Banca 121, per i quali il governatore della Banca d'Italia era stato indagato per «favoreggiamento reale», ci sarebbe stata un'attivazione degli organi di vigilanza ma anche una scarsa collaborazione della banca controllata. Sempre per quanto si è appreso finora, al momento le richieste di archiviazione si limiterebbero appunto al governatore della Banca d'Italia e all'ex presidente della Consob. In particolare, a Fazio veniva rimproverato di non aver vigilato sul collocamento di alcuni prodotti dell'istituto salentino, prima che quest'ultimo finisse nell'orbita di Mps. L'atto «dovuto» era nato dalla denuncia presentata da un'insegnante di Andria, che aveva visto polverizzarsi 7.800 euro dei 20 mila euro investiti, tramite l'avvocato Scamarcio. La denuncia sottolineava che la donna aveva acquistato prodotti ad alto rischio pensando in realtà di mettere i propri soldi in titoli di Stato, tratta in inganno dal nome molto simile a quello dei Btp (Btp-tel, Btp-Index e Btp-Online). Scamarcio sosteneva che gli ispettori inviati dalla Banca d'Italia presso Mps nel maggio 2001 avevano sollevato obiezioni. Ma poi, accontentandosi dei controrilievi inviati dalla banca senese, via Nazionale aveva chiuso l'istruttoria senza ritenere di dover intervenire. L'inchiesta ha coinvolto oltre 40 persone. Tra questi ci sono altri nomi eccellenti, tra cui gli ex presidenti di Banca 121, Giovanni Semeraro e Lorenzo Gorgoni, e dell'ex direttore generale dell'istituto e attuale numero uno di Deutsche Bank Italia, Vincenzo De Bustis. Ulteriori indagini sono in corso presso altre procure pugliesi. Subito dopo l'avviso di garanzia a Fazio, che risale al febbraio scorso, fonti della Banca d'Italia avevano «ribadito la certezza che tutto» sarebbe stato «chiaro in poco tempo». E ieri ha espresso soddisfazione il presidente della Commissione Finanze e bilancio del Senato, Riccardo Pedrizzi di An: «Conoscendo la correttezza di Fazio e avendo fiducia per l'operato della magistratura, non avevamo dubbi che si arrivasse a questo esito».R. F.

Una STORIA nella STORIA


La Replica della Replica...(Replica del Vicepresidente di ADUSBEF, Antonio TANZA, ad un'intervista telefonica rilasciata da Massimo CERNIGLIA a Scandali al Sole del 13 febbraio 2004)

Solo oggi, 4 aprile 2004, ho casualmente preso visione dell'intervista rilasciata da Massimo CERNIGLIA a Radio Capital, nella trasmissione "Scandali al Sole" condotta dalla mitica "iena rossa" Alessandro SORTINO, in data 13 febbraio 2004 (che dopo questo comunicato si riporta integralmente). Il contenuto dell'intervista rilasciata da Massimo CERNIGLIA è inesatto e mi corre l'obbligo di precisare almeno due dati oggettivi:

1)
MASSIMO CERNIGLIA non è mai stato "il coordinatore nazionale dell'Adusbef" , ma è il "consulente legale nazionale" de "La casa del consumatore" (cfr. www.casadelconsumatore.it/chisiamo.html ). Si disconoscono, pertanto, le Sue dichiarazioni ed i dati dallo stesso forniti in quanto lo stesso non rappresenta ADUSBEF, ma altra associazione di consumatori, molto distante da ADUSBEF. I dati ADUSBEF sono presenti sul sito www.studiotanza.it -

2) Il Vicepresidente dell'Adusbef, Antonio Tanza, dice una cosa esatta quando afferma che: " Il tavolo di conciliazione ha risolto lo 0,5% dei casi". La dimostrazione è semplice ed è MATEMATICA! Dal report redatto dalla nota società di rating Moody's del 26 settembre 2002 sulla cartolarizzazione effettuata sugli investiment loans (prestiti finanziari) dalla MPS ASSET SECURITISATION SPA emerge il numero, pari a 97.064, di piani finanziari cartolarizzati (4 you ... & c.) venduti da Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Toscana Banca Agricola Mantovana, Banca 121 Spa per complessivi € 1.737.690.000,00 !!! Mentre il tavolo di trattative ha risolto, con un rimborso pari all'80% - 100% solo 626 casi, più di 90.000 famiglie continueranno a pagare per 15 - 30 anni, i piani finanziari 4 you ... & c. oltre ai casi non accolti. Si è, dunque, risolto il problema per solo un 5% (e poco più dello 0,5% -626 casi- dei piani finanziari ha ottenuto un rimborso per un importo compreso tra l’80% e il 100% delle somme versate: unica soluzione, a nostro giudizio, sopportabile per prodotti simili) ! Si auspica che il MPS riapra i tavoli (in questa Vicepresidenza si sono raccolti già moltissimi reclami presentati dopo il 31 dicembre e ne continuano ad arrivare numerosi). In ogni caso la Magistratura e il Legislatore dovranno risolvere i problemi dei consumatori e dei cittadini, oramai stanchi di essere illusi e presi in giro! Attualmente le speranze degli utenti vanno a quei Pubblici Ministeri e Giudici che non si limitano a controllare la firma sul testo prestampato del contratto, ma vanno al di la della forma, analizzando la sostanza dei contratti contestati e le "spesso patologiche" modalità di vendita di un prodotto molto complesso che parte della stampa (cfr. PANORAMA del 10 aprile 2003 a pag. 173, riprodotto in questa raccolta) è arrivata a definire bidone.

Correttamente Alessandro SORTINO ha concluso la sua intervista con "Valuteranno gli ascoltatori, i risparmiatori e i clienti della banca!", io mi limito ad aspettare gli imminenti e clamorosi risultati delle indagini della Procura di Trani ...

Ciò premesso, per correttezza dell'informazione, si pubblica il comunicato stampa congiunto del MPS e delle associazioni dei consumatori, unico documento ufficiale a cui si può fare riferimento. A seguito di questo comunicato ho rilasciato la mia dichiarazione: il 18,6% di rimborsi (dall'80% al 100%) su un totale di 3.369 ricorsi significa che 626 famiglie su 97.064 piani venduti hanno ottenuto piena giustizia: ovvero lo 0,538% dei casi.

COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO DEL 06/02/2004 ore 15:06:58


Con riferimento ai protocolli d’intesa firmati da Banca MPS con le Associazioni Consumatori iscritte all’apposito Albo del Ministero delle Attività Produttive (Adiconsum, Adoc, Adusbef, Codacons, Federconsumatori, Lega Consumatori Acli, Unione Nazionale Consumatori), riguardanti la realizzazione di Tavoli di Conciliazione per l’esame, caso per caso, dei ricorsi sui piani finanziari My-Way e 4You e sui prodotti strutturati della ex Banca 121 (Btp-Tel, Btp-Online, Btp-Option, ecc.), si rende noto che i lavori dei Tavoli proseguono con soddisfazione delle parti. Mentre per quanto riguarda i prodotti strutturati la raccolta dei reclami da parte delle Associazioni è ancora in corso, per quanto attiene ai piani finanziari My Way e 4You, essendo la raccolta terminata con il 31 dicembre u.s., è possibile stilare - di seguito - un primo bilancio. Alla data del 31/12/2003, termine ultimo per la presentazione dei reclami attraverso i tavoli, le Associazioni dei Consumatori hanno inviato a Banca MPS 6.599 reclami inerenti i Piani Finanziari My Way e 4You. Alla data del 31/1/2004 i Tavoli hanno già esaminato 3.369 reclami, pari al 51% del totale raccolto, con il seguente esito: nel 18,6% dei casi si è provveduto a formulare ai risparmiatori proposta di rimborso per un importo compreso tra l’80% e il 100% delle somme versate, oltre al totale abbuono degli oneri di attualizzazione previsti contrattualmente (cosiddetta ‘Fascia A’); nel 49,3% dei casi si è provveduto a formulare ai risparmiatori proposte di ristrutturazione dei piani finanziari, con effetto di riduzione della rata o della durata del piano sottoscritto; in alternativa si è offerta la possibilità di abbandonare i piani a partire dal sesto anno dalla data di sottoscrizione senza oneri di attualizzazione e con immediata riduzione del tasso di finanziamento; in alcuni casi è stato invece offerto un rimborso fino all’80% delle rate versate (cosiddetta ‘Fascia B’); nel 32,1% dei casi il reclamo è stato valutato non accoglibile. I lavori dei Tavoli di conciliazione relativi a My Way e 4You si concluderanno indicativamente il 30 aprile 2004, in linea con le previsioni stimate alla firma del Protocollo d’intesa.

Segue il testo del pezzo di Sortino con la telefonata del Cerniglia.

Ecco le interviste e le varie "voci": Sortino (nero) Tanza (
blu) Cerniglia (viola)

My way, nuova puntata

Ora l'Adusbef difende i tavoli di conciliazione


Venerdì 13 febbraio 2004

Vi ricordate la vicenda My way e For you?

Si tratta di due prodotti finanziari commercializzati dal gruppo Monte dei Paschi.
Novantamila risparmiatori che li hanno acquistati ritenevano di mettere da parte i soldi in un piano pensionistico senza rischi. Invece contraevano un mutuo e i soldi che la banca prestava loro servivano a comprare obbligazioni e azioni rischiose.

Abbiamo documentato:

Primo


Che i due prodotti venivano venduti senza considerare la natura del cliente, il suo livello di istruzione e la sua età.

Secondo

Che questa vendita indiscriminata non era frutto dell’iniziativa dei singoli promotori ma una strategia generale della banca.


In più il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio ha ammesso l’immoralità dei prodotti.

LA DICHIARAZIONE

"My way e For you non hanno violato la legge ma l’etica"

Dopo le nostre inchieste la Banca del Monte dei Paschi di Siena ha accettato uno storico accordo con le associazioni dei consumatori per rimborsare in tutto, o in parte i clienti, oppure per permettere loro di uscire in maniera indolore dal piano.


Antonio Tanza, il vicepresidente dell’Adusbef, una delle associazioni che ha promosso il tavolo di conciliazione ci aveva rilasciato questa intervista.

- A cose fatte cosa si può dire? E' stata una fregatura o no questo tavolo di conciliazione?
- Il tavolo di conciliazione ha risolto lo 0,5% dei casi.
- Quindi non ha risolto.
- Sostanzialmente, no.
- Quando ci sentiamo dire che la fiducia dei risparmiatori è stata riconquistata dai tavoli di conciliazione dobbiamo sapere che non è vero.
- No, è un far bella figura.

Per l’avvocato Tanza, solo lo 0,5 per cento dei risparmiatori ha trovato una soluzione!
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Il coordinatore nazionale dell’Adusbef , l’avvocato Massimo Cerniglia ci ha chiesto una replica. Vuole, in opposizione al vicepresidente della sua associazione, difendere i tavoli di conciliazione. Lo abbiamo intervistato.

LA TELEFONATA

- Voglio precisare che prima mai le banche si sono venute a sedere al tavolo con le associazioni dei consumatori per fare una cosa del genere.
- Perché questi sono bravi. Capiscono il peso pubblicitario di un'operazione del genere!
- No, io non credo che capiscano il peso pubblicitario, perché se noi andiamo a vedere i numeri, le cose stanno in modo molto diverso da quanto ha affermato il vicepresidente dell'Adusbef.
- Cioé il vicepresidente della sua associazione, che peraltro siede ai tavoli di conciliazione!!
- Esattamente!
- Il Monte dei Paschi-Banca 121, a detta di Fazio ed anche dimostrandolo, non ha violato la legge, ma ha violato l'etica. Noi non vorremmo che questa violazione venga coperta da inefficaci tavoli di conciliazione.
- Scusi, ma se lei va a vedere il comunicato che è stato fatto congiuntamente dall'associazione dei consumatori e il Monte dei Paschi, lei non mi può dire che è una situazione d'immagine.
- Leggeremo i dati che avete fornito e chiudo con questa perplessità. Noi abbiamo intervistato moltissimi risparmiatori e moltissimi altri ci hanno scritto. Tutti quanti ci hanno raccontato che hanno acquistato un piano a cumulo...
- Ma questo è un problema a monte.
- ...e si sono trovati invece con prodotti diversi da quelli che avevano immaginato. Perché lei difende la banca?
- Io non sto difendendo la banca. Lei vuole dire che questo tavolo delle trattative è una buffonata, invece è una cosa seria, la prima volta in Italia...
- Questo l'ha detto il vostro vicepresidente!!
- Beh, il vicepresidente dell'Adusbef, avvocato Tanza sta dicendo una cosa inesatta!
- Io faccio il giornalista, chiamo il vicepresidente della sua associazione e mi dice che è stata un'operazione di facciata. Che ci posso fare?
- Lei ha fatto il suo dovere perché è andato a controllare le fonti.
- Credo che l'importante sia dare le notizie. Valuteranno gli ascoltatori, i risparmiatori e i clienti della banca!
- Io non critico il suo modo di dare notizie, lei dà ottimamente le notizie. Io le porto dati ufficiali a livello nazionale.
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I tavoli di conciliazione sono chiusi, non tutti hanno fatto in tempo ad aderire. Ma l’Adusbef ci tiene a diffondere questi dati, che però si riferiscono a un campione di 252 casi su 6500 ricorsi, su novantamila piani finanziari venduti.

I NUMERI DELL'ADUSBEF

C’è stato l’accoglimento totale dei reclami nel 12,7 per cento dei casi.

C’è stato l’accoglimento parziale dei reclami nel 41,3 per cento dei casi

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Dichiarazione del Presidente di ADUSBEF, Dott. Elio LANNUTTI, rilasciata al Dott. Emilo FEDE nel TG 4 serale del 4 agosto 2004, relative all'Avv. Massimo CERNIGLIA:

Guardi io le ho mandato una richiesta di rettifica e gliela leggo. Questo Signore, sedicente rappresentante ADUSBEF non rappresenta l’Associazione, quindi , io le leggo la nota, la prego di prendere nota, egregio Direttore, che: “L’Avv. CERNIGLIA non ha alcun titolo per esprimere valutazioni in nome e per conto di ADUSBEF e le sue estemporanee dichiarazioni su rete 4 non solo non riflettono la linea dell’associazione e dei suoi organismi collegiali, ma sono lontane anni luce dalle posizioni, a volte dure e rigorose, ma mai oltranziste, assunte dall’ADUSBEF a difesa dei cittadini e dei consumatori. Più chiaro di così!”

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EPILOGO:

L'avv. Massimo CERNIGLIA nel 2004 cita l'Avv. Antonio TANZA a comparire dinanzi al Tribunale di ROMA richiedendo un risarcimento dei danni per 60.000,00 per la "diffamazione" subita. Da parte sua l'avv. Antonio TANZA ricambia il favore all'Avv. Massimo CERNIGLIA avanzando identica domanda riconvenzionale: stessa cifra e stesso motivo.
Il Tribunale di Roma, Dott. Ienzi, con sentenza n. 24716/2007 (di sole 3 pagine complessive), depositata il 18 dicembre 2007, rigettava le domande, compensando le spese.
Morale: in Tribunale si va solo per cose serie.....

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LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO - LECCE del 28 febbraio 2004

Usura, condannato un impiegato
A tarda ora la sentenza contro l'ex dipendente di uno studio notarile
Un anno e quattro mesi; risarcimento in favore della parte civile

LIZZANELLO Si è concluso con una condanna il processo per usura all'ex impiegato di uno studio notarile. Luigi Pascali, 70 anni, di Lizzanello, è stato condannato ad un anno e quattro mesi (pena sospesa). Il dispositivo della sentenza è stato letto sabato sera, a tarda ora, dal presidente del presidente del Primo collegio penale (il giudice Pietro Silvestri) al termine di una camera di consiglio durata circa due ore. La vicenda risale al 1999. Motore dell'inchiesta è una denuncia dell'imprenditore di Melendugno, Pantaleo Martano. L'uomo si ritrova con problemi di liquidità a causa di alcuni effetti protestati. Così sarebbe entrato con lo studio notarile nel quale lavorava Pascali. Stando al racconto dell'imprenditore, l'impiegato si sarebbe adoperato per evitare il protesto di altri effetti. Così avrebbe offerto a Martano somme in contanti: in cambio, però, avrebbe preteso assegni postdatati di importi superiori al denaro erogato. La denuncia fa scattare le indagini. Il pm Imerio Tramis chiede ed ottiene i domiciliari per l'impiegato. Nel frattempo il magistrato affida con un consulente il compito di effettuare una perizia: sarebbero emersi tassi usurari fino al 125 per cento. A fronte di un prestito di otto milioni di lire ne sarebbero stati pretesi dieci. Il processo è durato quasi tre anni. Il rinvio a giudizio, infatti, risale al marzo del 2001. Ieri, poi, c'è stato l'epilogo. I giudici hanno condannato l'imputato al risarcimento della parte civile che, nel frattempo, però, è fallito. Pascali era difeso dagli avvocati Luigi Rella ed Eugenio Santopietro. L'imprenditore era assistito dall'avvocato Antonio Tanza, vicepresidente nazionale dell'Adusbef.

Il Sole 24 Ore

di giovedì 26 febbraio 2004

RISPARMIO TRADITO

BOND STRUTTURATI, IN CIRCOLAZIONE 200 MLD
Il caso My Way era solo la punta dell’iceberg - L’Adusbef : in arrivo nuove cause

Milano. “Risparmio & Famiglia”,nell’articolo pubblicato sul Sole -24 Ore dell’11 maggio 2003, aveva già lanciato l’allarme. Il caso My Way era solo la punta dell’Iceberg: le nuove “pietre dello scandalo”avevano nomi molto simili a quelli dei rassicuranti titoli di Stato: Btp Tel index, Btp option on line e addirittura Bot Strike 2001 o Ctz option 2001, pur essendo bond strutturati con funzionamenti molto complicati e pericolosi, tant’è che alcuni titoli sono arrivati a perdere anche il 70 per cento. “Le strutture fantasiose venivano di fatto vendute con un marchio rassicurante (quello dei titoli governativi) per tranquillizzare i malcapitati risparmiatori”. A dirlo era stato, in un’ intervista al Sole-24 Ore, l’avvocato Antonio Tanza, vice- presidente dell’Adusbef e legale che ha seguito il caso per l’associazione che aderisce all’Intesa dei Consumatori, e che oggi mette invece in allarme avvisando che potrebbe ritornare in auge a Trani anche la vicenda My Way e 4You, “visto che al 31 dicembre 2003 sono stati chiusi i tavoli delle trattative per tali prodotti-spiega Tanza che tutti i ricorsi presentati successivamente vengono respinti dalla banca, costringendo i consumatori insoddisfatti a rivolgersi alla magistratura”. Secondo l’avvocato, infatti, sono giunti al tavolo delle trattative solo poco più di seimila casi su 97.064 stimati da Moody’s in uno studio del 26 settembre 2002. Ma se le emissioni in questione sono finite sotto accusa proprio per il fatto di essere state vendute con un nome molto“rassicurante”, i bond strutturati di MPS non sono gli unici ad avere delle carenze sul fronte del meccanismo di funzionamento e a indurre in errore i risparmiatori. I titoli strutturati sono stati venduti negli ultimi anni a piene mani dagli istituti bancari ai propri correntisti: oggi hanno raggiunto quota 200 miliardi di euro, pari a circa la metà dell’ammontare dell’obbligazioni bancarie. Molti sottoscrittori negli anni scorsi si sono già scottati le mani con i famigerati “reverse convertible”, titoli venduti come bond , ma che prevedevano alla scadenza la possibilità di rimborsare con delle azioni (di solito fortemente svalutatesi). E anche in questo caso i risparmiatori si sono trovati di fronte a perdite di notevole entità. Ancora oggi qualche emittente fa ricorso a questa formula, nonostant4e la Consob abbia più volte realizzato una “moral suasion” affinchè gli intermediari non si cimentassero più con queste emissioni. Oggi, invece, le formule più proposte agli sportelli ( bancari e postali) sono quelle che prevedono una cedola superiore ai tassi di mercato nei primi anni di vita e, successivamente, una cedola variabile in funzione dell’ andamento di un paniere di titoli. Ma spesso tale premio è previsto solo se tra i titoli che compongono il basket (normalmente una ventina) nessuno perde oltre il 10% del suo valore. Pur trattandosi di azioni solide e conosciute, il fatto di far parte di un paniere molto diversificato si trasforma in un limite, visto che tra i titoli che lo compongono ci saranno, inevitabilmente, dei titoli che andranno molto meglio e dei titoli che faranno molto peggio: e dunque la cedola premio potrebbe annullarsi del tutto. Federica PEZZATTI

Il Sole 24 Ore

di mercoledì 25 febbraio 2004

"RISPARMIO" Fazio indagato per Banca 121

Il fascicolo, aperto dalla Procura di Trani, per "favoreggiamento reale nel delitto di truffa aggravata e continuata". Un atto dovuto dopo gli esposti dei risparmiatori. Sotto la lente i prodotti For You, My Way e alcuni strutturati.Tra gli altri indagati Rosanna Venneri, Vincenzo De Bustis, Lorenzo Gorgoni e Giuseppe Pacileo.

Il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio è indagato per favoreggiamento dalla Procura di Trani nell'ambito dell'inchiesta sui prodotti finanziari collocati dalla ex-Banca 121 (gruppo Monte dei Paschi di Siena). Lo ha reso noto il sostituto procuratore di Trani, Antonio Savasta, specificando che si tratta "di un atto dovuto dopo i reiterati esposti dell'avvocato Gaetano Scamarcio, che rappresenta alcuni clienti di Banca 121". "L'indagine riguarda la possibile truffa legata ai prodotti di Banca 121 nel 1999 e nel 2000. Dovremo controllare l'attività ispettiva di Banca d'Italia e della Consob nel 2001 e nel 2002", ha spiegato ancora Savasta. Il reato su cui è stato aperto il fascicolo è quello di "favoreggiamento reale nel delitto di truffa aggravata e continuata ai danni di migliaia di persone". Fonti della Banca d'Italia hanno confermato la piena correttezza dell'operato di via Nazionale e si sono dette convinte che tutto si chiarirà in poco tempo. "Apprendiamo questa notizia dalle agenzie di stampa. Ovviamente, come dicono anche dalla Procura, non può che essere un atto dovuto in quanto la Banca d'Italia, seppure infondatamente, è stata chiamata in causa da una denuncia di clienti della ex Banca 121", hanno concluso le stesse fonti. Soddisfazione è stata espressa dall'Associazione difesa utenti servizi bancari finanziari postali e assicurativi (Adusbef). Ha detto a caldo il presidente dell'Adusbef, Elio Lannutti: "Siamo stati l'unica associazione di consumatori a convogliare esposti sulla vicenda dei prodotti finanziari della Banca 121".

L'avvocato dell'Adusbef, Antonio Tanza, ha aggiunto: "Abbiamo inviato decine di esposti. E' una soddisfazione vedere i risultati di questo lavoro". Secondo Tanza i prodotti finanziari finiti sotto la lente degli inquirenti sono "FourYou, My Way e gli strutturati di Banca 121". In poche settimane sono salite a 38 le persone indagate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trani. Tra i nomi degli indagati di maggior rilievo figura anche quello di Rosanna Venneri ribattezzata dalla stampa "il genio della finanza creativa" della Banca del Salento prima e di Banca 121 e Mps poi. La Venneri - ritenuta l' ideatrice di numerosi prodotti finanziari poi immessi sul mercato - è indagata per concorso in truffa aggravata e continuata insieme all'ex direttore generale della Banca del Salento (poi Banca 121) e del Mps, Vincenzo De Bustis Figarola, ora amministratore delegato della Deutsche Bank in Italia; a Lorenzo Gorgoni, ex presidente di Banca 121 e componente del comitato esecutivo di Mps; e all'allora direttore delle vendite di Banca 121, Giuseppe Pacileo. A questi nomi si aggiungono quelli di altri funzionari e dipendenti dell'ex istituto di credito salentino.

A seguito del sequestro del 22 dicembre scorso di alcuni dei prodotti finanziari oggetto dell' inchiesta penale (Btptel, Btpindex e Btponline), Mps ha ottenuto il dissequestro dei titoli dopo essersi impegnata a procedere «entro 120 giorni» al rimborso delle somme perse in questi anni dai sottoscrittori dei prodotti. Finora - fanno sapere fonti inquirenti - sono circa 490 i reclami presentati dai risparmiatori e al vaglio della banca senese. Di questi una piccola parte è stata già ammessa al risarcimento e otterrà un rimborso annunciato di circa l' 80-90% del capitale. Dopo l'iscrizione, nel registro degli indagati, del Governatore della Banca d'Italia, il capo della Procura tranese non esclude l'apertura di un'inchiesta sulla rivelazione di segreto d'ufficio. "Avrei intenzione - ha detto Nicola Barbera, procuratore capo della Repubblica di Trani - di aprire un'indagine sulla fuga di notizie e se sono uscite ciò é avvenuto senza il mio consenso. Sto acquisendo - ha proseguito il magistrato - informazioni da Internet e dai giornali per disporre di elementi utili. Spero di concretizzare questa intenzione quando avrò tutti i dati necessari per decidere". Il Governatore Antonio Fazio ha avuto occasione recentemente di parlare dei prodotti finanziari della ex Banca 121.

E' successo il 27 gennaio scorso nel corso dell'audizione alla commissione di indagine parlamentare sui rapporti tra banche e imprese dopo il crack Parmalat. In quell'occasione, rispondendo all'onorevole Lanfranco Turci, Fazio disse: "My Way, attraverso una serie di operazioni, nessuna delle quali necessitava di autorizzazione, ha composto un pacchetto complesso, destinato anche a clientela non altamente esperta di finanza. Mi sembra che, a fronte dei reclami, la banca stia venendo incontro ai portatori rimborsandoli o indennizzandoli. Noi siamo informati in termini generali di questa azione". Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha commentato l'iscrizione di Fazio dicendo: «Le notizie negative sorprendono sempre e, naturalmente, dispiacciono. Certamente ora dovremo considerare anche questo fatto che si è aggiunto agli altri che giá conosciamo. Per cui abbiamo sul tavolo anche il problema del comparto creditizio».



Economia e Carriera
24/2/2004

Fazio indagato per truffa


«Un atto dovuto» - spiega il sostituto procuratore Savasta - dopo i reiterati esposti di alcuni risparmiatori della banca 121 del Monte dei Paschi di Siena. Da controllare l'attività ispettiva di Bankitalia e Consob nel 2000 e 2001. Per Via Nazionale «presto si chiarirà tutto»

Il Governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio è stato iscritto nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta su alcuni prodotti della Banca 121 del Monte dei Paschi di Siena che sta conducendo la Procura di Trani.
In particolare il reato contestato al numero uno di via Nazionale sarebbe quello di favoreggiamento (art. 379 codice penale) nel collocamento ingannevole di alcuni titoli come Btptel, Btpindex e Btponline, e i fondi 'My Way' e '4 you'.

L'inchiesta è coordinata dal sostituto procuratore Antonio Savasta ed è scattata dopo una serie di denunce da parte del legale, Gaetano Scamarcio, di alcuni clienti che si dicono truffati. «Un atto dovuto dopo i reiterati esposti», minimizza Savasta sapendo che sta trattando materia che scotta. Poi ha aggiunto: «Dovremo controllare l'attività ispettiva di Bankitalia e Consob nel 2000 e 2001».

IL J'ACCUSE DEL LEGALE Secondo l'avvocato, che difende tra l'altro una insegnante che ha visto dimezzarsi i suoi investimenti e che in passato è stato anche senatore del Psi, «la Banca d'Italia, pur messa sull'avviso della truffaldina operazione, non è mai intervenuta venendo così meno ai suoi compiti istituzionali: Fazio viene accusato di concorso mediante omissione del reato commissorio altrui». Inoltre, secondo Scamarcio, in data 5 maggio 2003, ci sarebbe una lettera al governatore del ministro dell'Economia Giulio Tremonti nella quale venivano chiesti alcuni chiarimenti su uno dei fondi al centro dell'inchiesta: 'My Way'. Nessuna risposta, accusa il legale.

PRESTO SI CHIARIRA' TUTTO: VIA NAZIONALE Per via Nazionale, che ha esternato tramite una nota, «è un atto dovuto che presto si chiarirà. Nell'esprimere rispetto per l'autorità giudiziaria, si è certi che tutto sarà chiaro in poco tempo, confermando l'assoluta linearità e correttezza dei comportamenti dell'Istituto».

LE
REAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI CONSUMATORI
Soddisfazione da parte di alcune organizzazioni coinvolte

Soddisfazione da parte del presidente dell'Adusbef Elio Lannutti per il fatto che il governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, è indagato dalle procura di Trani dopo le denunce ricevute su prodotti finanziari di Banca 121, del gruppo Monte dei Paschi di Siena.
"Siamo stati l'unica associazione di consumatori a convogliare esposti sulla vicenda dei prodotti finanziaria della Banca 121", ha detto a caldo a Reuters Lannutti appena saputa la notizia. L'avvocato dell'Adusbef, Antonio Tanza, aggiunge che "abbiamo inviato decine di esposti. E' una soddisfazione vedere i risultati di questo lavoro". Tanza specifica che "le denunce riguardano i prodotti Myway e 4You veicolati anche da altre banche del gruppo Mps, e per gli strutturati emessi solo da Banca 121. Abbiamo convogliato le denunce sulle procure di Trani, Brindisi e, naturalmente, Lecce. Ma è Trani la procura che ha ricevuto il maggior numero di nostre denunce, alcune centinaia. E' impossibile da parte nostra sapere il numero perché molti consumatori si sono mossi autonomamente utilizzando il modulo messo a disposizione sul nostro sito web". L'avvocato aggiunge di ritenere "che si muoverà ora anche la procura di Lecce. Ha molti fascicoli aperti, si parla di centinaia, di migliaia di denunce". Tanza fa riferimento ai tavoli di conciliazione avviati dal Monte dei Paschi con i clienti in possesso dei prodotti finanziaria in questione: "Calcoli che sui 6.300 casi al tavolo delle trattative più di 2.000 sono nostri".

LE ASSOCIAZIONI CONSUMATORI
Le decisioni della magistratura ''ci confortano'' e dimostrano che i contratti 'My Way' e 'For you' di Banca 121 ''erano da considerarsi nulli, perche' truffaldini nella loro stessa impostazione''. Cosi' Giustino Trincia, a nome di Cittadinanzattiva, Movimento difesa del cittadino, Confconsumatori e Movimento dei consumatori commenta l'iscrizione del governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio, nel registro degli indagati della procura di Trani, annunciando l'avvio di cause per ottenere il risarcimento integrale dei fondi sottoscritti dai risparmiatori.
''A suo tempo - afferma Trincia - non abbiamo accettato la proposta di conciliazione del Monte dei paschi di Siena perche' quei tipi di contratto, a partire da My way, dovevano essere considerati del tutto nulli. Ora siamo pronti a fare causa per ottenere i rimborsi''. La vicenda, conclude, dimostra ''che la giustizia funziona''.




ESPRESSO

Del 26 febbraio 2006

“L'uomo del Monte fa finta di niente”

Prodotti finanziari a rischio. Bankitalia lanciò l'allarme, ma l'istituto lo ignorò. E ora deve risarcire 85 milioni

di Luca Piana

Quella volta la Banca d'Italia non aveva fatto il pesce in barile. Aveva avvertito il Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca del mondo, che quei prodotti erano troppo rischiosi. Aveva spiegato ai vertici dell'istituto, schierati al gran completo, che vendendoli ai correntisti mettevano in pericolo il bene più prezioso su cui una banca possa contare: la fiducia dei propri clienti. Erano i primissimi giorni del 2002 e l'avvertimento, visto a posteriori, si è rivelato ben fondato. Un anno dopo, nei primi mesi del 2003, a Siena scoppiò la bomba dei prodotti finanziari ad alto rischio, venduti agli sportelli a clienti che, spesso, credevano di mettere i loro denari in piani d'investimento garantiti. Così non era e molti adesso versano lacrime sui risparmi bruciati. E con loro piange il Monte, che fra risarcimenti e cause legali contabilizza già ora un super-esborso di 85 milioni di euro. Con il rischio di essere solo all'inizio. La disfatta, dunque, viene alla luce a inizio 2003 con il caso dei prodotti My Way e 4 You, nomi ormai noti alle cronache. A questi ne segue una seconda ondata: Btp-Tel, Bot Strike e così via. Nell'occhio del ciclone finiscono soprattutto quei mutui che impegnano il risparmiatore a versare una rata mensile per 15 o trent'anni. I soldi così raccolti vengono investiti in titoli e fondi il cui valore viene falcidiato dalla crisi dei mercati.

Risultato: mentre le rate da pagare, mese dopo mese, continuano tuttora a correre, i risparmi iniziali sono ormai corrosi. Addio ai rendimenti sognati e, per ora, addio al capitale. Che le cose potessero mettersi male i massimi esponenti della banca senese, però, lo sapevano già un anno prima che la vicenda diventasse pubblica. I rischi li avevano messi nero su bianco gli ispettori inviati nel 2001 dalla Banca d'Italia a spulciare i conti dell'istituto, con particolare attenzione proprio all'area finanza. I vigilantes del governatore Antonio Fazio arrivano a Siena il 7 maggio e ci restano per cinque mesi. Il 9 gennaio 2002 presentano il loro rapporto ai vertici della banca. Ci sono il presidente Pier Luigi Fabrizi e l'intero consiglio di amministrazione. C'è il collegio sindacale e c'è Vincenzo De Bustis, il direttore generale arrivato due anni prima al seguito dell'acquisizione della Banca del Salento e subito diventato capo operativo di tutto il gruppo. De Bustis è una star della finanza innovativa e l'istituto leccese (ribattezzato Banca 121) viene pagato a caro prezzo proprio per dare smalto a un Monte considerato troppo tradizionalista. Gli uomini di Fazio, però, non si fanno incantare dai lustrini. Il linguaggio burocratico della loro relazione, che 'L'espresso' ha potuto consultare, non maschera la durezza delle conclusioni. La banca senese, scrivono gli ispettori, vendendo ai semplici risparmiatori prodotti tanto rischiosi non ha valutato "le possibili ricadute sui rapporti di lungo periodo con la clientela, i riflessi reputazionali sul marchio e financo i rischi legali impliciti". In estrema sintesi, il Monte corre il pericolo di perderci la faccia. Già così potrebbe bastare. C'è però di più. I poliziotti della Banca d'Italia esprimono il dubbio che nei conti del Monte non sia tutto oro quel che luccica. Sottolineano, ad esempio, che le carenze organizzative della banca possono aver comportato una valutazione non sufficiente delle "fonti di rischio sia economico-patrimoniali che operative". E che nel portafoglio di proprietà ci sono obbligazioni e titoli derivati sui quali sono inadeguate "le procedure di rivalutazione e di misurazione del rischio". Chi avesse voluto intendere, insomma, già all'inizio del 2002 poteva sentir suonare un campanello d'allarme. Al contrario non accade nulla d'eclatante. Del patatrac in arrivo non mostra di accorgersi Giuseppe Mussari, il presidente della Fondazione che custodisce la maggioranza della banca e che nel consiglio di amministrazione ha i suoi delegati. E con lui non fanno una piega il Comune e la Provincia di Siena, che da sempre dicono la loro sulla banca di casa. Nessuno mette in discussione De Bustis.

Nessuno fa marcia indietro sulla finanza innovativa: i prodotti criticati vengono venduti anche nel 2002, fin quando scoppia il bubbone. Solo a marzo 2003 De Bustis lascia. Il pubblico ministero della Procura di Trani, Antonio Savasta, apre un'inchiesta, ipotizzando la truffa e le associazioni dei consumatori si mobilitano per il risarcimento. In estate, infine, il Monte prende l'iniziativa, allora pionieristica, di aprire un tavolo di conciliazione per rimborsare chi ne ha diritto. A fine dicembre, quando è scaduto il termine per presentare la domanda, erano 6.599 i possessori di piani finanziari My Way e 4 You ad aver richiesto il risarcimento. Il 51 per cento dei casi è già stato esaminato e, di questi, uno su cinque ha ottenuto la restituzione di tutte o quasi le somme versate. Tutto bene? Non proprio. Antonio Tanza, un avvocato che rappresenta numerosi clienti della Banca 121, ormai fusa nel Monte, osserva che in circolazione ci sono almeno 90 mila clienti di My Way e 4 You che non hanno ancora fatto ricorso. In più ci sono tutti i piani finanziari venduti sotto altri nomi. "Spero che la possibilità di prendere parte alle trattative venga riaperta per tutti.

Altrimenti solo una minima parte sarà rimborsata", dice Tanza, che è pure vicepresidente dell'associazione Adusbef. Sulla questione il Monte dei Paschi nicchia. La spiegazione potrebbe trovarsi in un rapporto riservato elaborato dal nuovo direttore generale, Emilio Tonini, aggiornato a novembre. Si tratta di una vera e propria mappa dell'affare My Way e surrogati. Ecco i numeri: in totale i piani finanziari attivi erano oltre 171 mila. Su questi l'impegno finanziario complessivo dei clienti era stimato in 3,4 miliardi di euro, gran parte dei quali sarà versato con le rate future. La parte più interessante riguarda le perdite che il Monte dei Paschi prevede di dover contabilizzare. Ebbene, sulla base dell'andamento dei tavoli di conciliazione, delle cause civili e dei clienti che non pagano più le rate, già a fine novembre la banca stimava un costo di 85 milioni di euro. Un boccone amaro che, se i risarcimenti proseguissero a oltranza, potrebbe diventare indigesto.








Insoddisfatti e non rimborsati

I casi "My way" e "4 you" un anno dopo

Martedì 3 febbraio 2004

Un anno fa noi di 'Scandali al sole' avevamo inaugurato l'anno nero del risparmio, denunciando il caso dei prodotti 'My way' e '4 you' del Monte dei Paschi di Siena. Oggi proviamo a fare il punto della situazione e in particolare ci chiediamo:

La banca sembrava decisa a tornare sui suoi passi. Lo ha fatto per davvero?

Ecco che cosa erano i piani finanziari 'My way' e '4 you':

Al momento della firma i risparmiatori erano convinti di sottoscrivere un piano di accumulo.

Cioé credevano di mettere mese dopo mese da parte i loro soldi.

In realtà senza rendersene conto hanno chiesto alla banca un prestito. La banca coi soldi prestati ai risparmiatori ha comprato per suo conto azioni e titoli obbligazionari.

Capito? Il risparmiatore non risparmia, ma chiede soldi in prestito per un investimento a rischio.


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Tutti i risparmiatori raccontarono più o meno storie come questa:

"La signorina mi ha proposto un piano di accumulo con capitale garantito, dicendomi che in qualsiasi momento era possibile uscirne. Comunque non rischiavo niente.
L'anno scorso mi rivolsi alla banca per prelevare dei soldi, ma il direttore mi mise di fronte alla realtà dei fatti. Quel prodotto mi costringeva per 30 anni a versare delle rate"

Novantamila risparmiatori, e tra questi casalinghe, disoccupati e pensionati si sono sentiti ingannati dalla loro banca di fiducia. E che le informazioni imprecise non fossero un'iniziativa dei venditori, ma una linea strategica della banca, è confermato anche dai promotori.

"Eravamo costretti...e dico costretti a collocare questi prodotti"


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Oggi, a distanza di un anno, ci sono nuovi riscontri.
La Banca d'Italia parla di prodotti legali, ma non etici.
Il p.m. di Trani, Antonio Savasta, che ha indagato i vertici della banca per altri prodotti finanziari, ci ha concesso questa dichiarazione:

- Dovevano essere venduti alla clientela senza fare un distinguo tra soggetti che avevano propensione al rischio o meno e anche senza far riferimento al discorso dell'età, che è un requisito importante soprattutto quando si tratta d'investire a lungo termine.

- Quindi voi avete riscontrato che c'erano delle indicazioni generali.
- Sì, vi erano delle disposizioni che imponevano dei badget di vendita all'interno della banca, che dovevano essere "rispettati" a tutti i costi.

A TUTTI I COSTI!


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Dopo le denunce di 'Scandali al sole', riprese da 'Mi manda Rai tre', la banca, terrorizzata dalle cause, ha accettato di sedere con le associazioni dei consumatori ai cosiddetti tavoli di conciliazione per venire incontro ai risparmiatori delusi.

E che fine hanno fatto questi tavoli?
Ecco le testimonianze.

"Quando è stato sottoscritto questo piano dovevo corrispondere 600mila lire al mese, poi mi hanno fatto sottoscrivere un piano di 300mila lire al mese, dicendomi di non preoccuparmi, perché lo potevo interrompere quando volevo. Mi hanno assicurato che la mia conciliazione sarebbe stata accolta. In realtà la mia pratica non è stata conciliata".


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"Ero disoccupato nel momento in cui ho sottoscritto il piano e lo sono tutt'oggi. Io mi aspettavo un risarcimento di quei soldi, visto che non ho la capacità di pagare, invece mi hanno proposto due soluzioni assurde".


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Alessandro Pedone, esperto dell'associazione di consumatori Aduc, l'unica che non ha aderito ai tavoli, ci spiega il perché di questo fallimento.

"Il tentativo evidente è quello di scaricare le responsabilità della banca. L'accordo parte dal concetto che questi prodotti 'My way' e '4 you' sono validi, sia dal punto di vista legale, sia dal punto di vista finanziario e che però in alcuni casi possono essere stati venduti a persone che non erano nelle condizioni adeguate, o per età o per reddito".


In pratica la banca rifiuta di assumersi una responsabilità generale sul prodotto finanziario e accetta di restituire i soldi solo in rarissimi casi.


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Ma c'è un'altra spiegazione.
Ci chiarisce tutto l'avvocato Antonio Tanza, vicepresidente dell'Adusbef, che ha partecipato ai tavoli di conciliazione.


- Io ho numerose archiviazioni da parte di pubblici ministeri che dicono:"Il contratto era chiaro. L'utente non lo ha letto, per cui non vi è truffa. L'utente ha l'obbligo di leggere il contratto; non lo ha letto, peggio per lui"

Dopo questi pronunciamenti della magistratura cambia tutto.

- Io ricordo che nel tavolo di luglio, trenta casi, diciotto dei quali sono stati rimborsati al 100%.
- Quando questa iniziativa partì la banca aveva un atteggiamento morbido.
- I tavoli andavano benissimo.
- A cose fatte cosa si può dire? E' stata una fregatura o no questo tavolo di conciliazione?
- Il tavolo di conciliazione ha risolto lo 0,5% dei casi.
- Quindi non ha risolto.
- Sostanzialmente, no.
- Quando ci sentiamo dire che la fiducia dei risparmiatori è stata riconquistata dai tavoli di conciliazione dobbiamo sapere che non è vero.
- No, è un far bella figura.

E noi non gliela facciamo fare questa bella figura.
Diciamo allora ufficialmente che la gente si sente (usando un termine non tecnico, perché la magistratura non lo consente), truffata.


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Ad un anno di distanza possiamo dire: i prodotti venduti erano legali, ma diffusi attraverso sistemi scorretti.

Con le banche c'è sempre da stare attenti, quando ci fanno firmare qualcosa, quando ci vendono qualcosa e anche quando si scusano.


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