Avv. Antonio Tanza - Vicepresidente ADUSBEF


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Sentenza 1° troncone

Parmalat

SENTENZA PARMALAT DI MILANO

Rassegna stampa

Il 18 dicembre 2008, il Tribunale Penale di Milano ha condannato Callisto Tanzi a dieci anni di reclusione ed all'interdizione perpetua dai pubblici uffici per i reati di aggiotaggio su strumenti finanziari e di ostacolo all'attività di vigilanza. Sono stati inoltre condannati la nipote di Tanzi, Paola Visconti, due revisori della società di revisione Deloitte & Touche, due revisori della società di revisione Italaudit (ex Grant Thornton), l'ex presidente del collegio dei sindaci della società di Collecchio, un ex consigliere di amministrazione e due ex sindaci della Parmalat e l'ex direttore generale della Parfin.
Tanzi è stato inoltre condannato a rimborsare ALLA SOLA CONSOB 380 mila euro a titolo di "danno al mercato"; la società di revisione Italaudit (ex Grant Thornton) è stata condannata al pagamento di una provvisionale di 240 mila euro, ma, essendo la società in liquidazione, sarà difficile per gli obbligazionisti recuperare queste somme.
Nessuna delle sette banche imputate nel processo è stata condannata: non la Bank of America, la quale anzi ha ottenuto la condanna di Tanzi al risarcimento di 80 mila euro essendosi anch'essa costituita a sua volta parte civile; non le altre banche (Citigroup, Deutsche Bank, Morgan Stanley, UBS, Banca Popolare di Lodi e Nextra) i cui amministratori, imputati per concorso con Tanzi, sono stati tutti assolti.
Ciò posto, resta ben poco da fare per i 40.000 obbligazionisti, pur costituitisi parte civile: non certo chiedere il risarcimento del danno alle sette banche, andate tutte assolte; né agire per il recupero dei crediti nei confronti di Tanzi o della Deloitte & Touche, formalmente incapienti; né infine c'è da riporre speranze nell'altro processo penale contro Tanzi, quello pendente a Parma per bancarotta fraudolenta, in cui è esclusa in radice la possibilità di aggredire i capitali delle banche, poiché non fanno parte di quel processo.
L'unica strada per ottenere una valida ed eseguibile sentenza di condanna al risarcimento del danno resta quella delle cause contro le singole banche negoziatrici dei bonds, sull'assunto sempre più evidente (anzi ormai costituente fatto notorio) che dai bilanci delle società emittenti doveva evincersi il grave rischio di default delle obbligazioni già al tempo dell'emissione e che l'omessa informazione agli investitori di tale rischio costituisce un grave inadempimento contrattuale (tale è l'orientamento ormai pacifico della Corte di Cassazione a Sezioni Unite) a carico delle banche collocatrici.
Svanita anche la possibilità di class action contro le banche (considerato peraltro che si tratta di giudizi che vanno definiti caso per caso, essendo ogni rapporto differente dagli altri), resta solo la via dei processi civili individuali, la più costosa per gli investitori ma l'unica in concreto utile, specie se poi si conclude con transazioni, che abbreviano i tempi del giudizio ed evitano rischi di revirement giurisprudenziali in appello ed in cassazione.
Fermo restano che tali azioni sottostanno al termine prescrizionale decennale dall'acquisto dell'obbligazione (termine prolungabile di altri dieci anni in virtù di una formale richiesta scritta di risarcimento), la possibilità di adire la propria banca per omissione di informazioni va valutata sulla base della documentazione contrattuale sottoscritta nonché con riferimento al tipo di investitore: le possibilità di risarcimento saranno più elevate per chi non fosse all'epoca dell'acquisto un esperto investitore, con la conseguenza che il Tribunale adito non potrà non riconoscere l'inadeguatezza dell'investimento.

Parmalat, dieci anni a Tanzi assolti tutti gli altri imputati
I giudici di Milano hanno condannato l'ex patron di Collecchio riconosciuto colpevole di aggiotaggio, falso e ostacolo a Consob. Ma a Italaudit inflitto il pagamento di 240 mila euro più una confisca di 540 mila euro. Il pm Greco: "Impianto accusatorio resta valido". Delusi risparmiatori e Consob
REPUBBLICA PARMA: Lo speciale 18 dicembre 2008
MILANO - I giudici del tribunale di Milano hanno condannato a dieci anni di reclusione Calisto Tanzi per la vicenda del crac Parmalat. L'ex patron di Collecchio è stato anche condannato all'interdizione perpetua dei pubblici uffici. I giudici lo hanno riconosciuto colpevole di aggiotaggio, falso dei revisori e ostacolo alla Consob. Dovrà anche risarcire Bank of America con 80mila euro. Per lui, la pubblica accusa aveva chiesto una condanna di 13 anni. Ma la decisione lascia i risparmiatori con l'amaro in bocca.
Gli assolti. Per non aver commesso il fatto, assolti gli altri imputati al processo tranne la società Italaudit, ex Grant Thornton, condannata al pagamento di una provvisionale di 240 mila euro più una confisca di 540 mila euro. Assolti quindi gli uomini di Bank of America Luca Sala, Antonio Luzi e Louis Moncada e i consiglieri di amministrazione indipendente Paolo Sciumè, Luciano Spilingardi, Enrico Barachini e Giovanni Bonici, ex responsabile di Parmalat Venezuela.
Patteggiamenti. Accolti, invece, i patteggiamenti chiesti da alcuni imputati, in continuazione con le pene a loro già comminate dal tribunale di Parma. Respinti, perché la pena è stata ritenuta dai giudici "incongrua", i patteggiamenti chiesti da Lorenzo Tenca e Maurizio Bianchi, ex revisori di Grant Thornton.
Risparmiatori delusi. Il professor Carlo Federico Grosso, che nel processo sul crac di Parmalat ha rappresentato circa 30mila risparmiatori, avrebbe preferito "una soluzione diversa rispetto alla condanna di Calisto Tanzi e all'assoluzione degli altri imputati perché ci avrebbe assicurato un titolo da far valere ai fini del risarcimento". "L'interesse dei miei assistiti - ha spiegato - è rivolto soprattutto ai processi a Parma per bancarotta fraudolenta, in relazione alla quale la prova è più solida che per l'aggiotaggio".
La Consob. L'avvocato della Consob, Emanuela Di Lazzaro, pur avendo ottenuto 380 mila euro per "danno al mercato" dal solo Calisto Tanzi esprime "delusione" per l'assoluzione dai reati di ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza e aggiotaggio dei tre consiglieri indipendenti di Parmalat, Paolo Sciumè, Enrico Barachini e Luciano Silingardi. "Sono coloro che avrebbero dovuto assicurare la correttezza delle informazioni e la loro regolarità - ha spiegato il legale - la loro assoluzione consiste in un messaggio debole verso coloro che dovrebbero essere garanti della correttezza".
Il difensore. "Prendo atto che l'unico responsabile è evidentemente Calisto Tanzi": questo l'unico commento a caldo rilasciato dalla difesa di Tanzi. Ma è presto per parlare di un ricorso in appello: "Prima - dice l'avvocato Giampiero Biancolella - dobbiamo leggere i motivi di questa sentenza".
La procura. Dal processo non esce bene, a livello di immagine, nemmeno la procura di Milano che ha avuto ragione soltanto sulla posizione di Tanzi, per il quale era stata sollecitata la condanna a 13 anni di reclusione. I pm Eugenio Fusco, Francesco Greco e Carlo Nocerino volevano la condanna di tutti gli altri imputati.
"L'impianto accusatorio resta valido se si considera che tra dibattimento e riti alternativi 20 imputati su 29 sono stati condannati", è stato il commento del procuratore aggiunto Greco. "Per quanto riguarda il capo d'imputazione riguardante Bank of America - ha spiegato il magistrato - è stata riconosciuta la prescrizione, peraltro modificata a seguito della legge Cirielli". Pertanto, per il magistrato, "l'impianto dell'inchiesta rimane confermato".
Soddisfatta Bank of America. "La decisione del Tribunale stabilisce in modo inconfutabile che gli ex dipendenti della banca non hanno commesso il reato di aggiotaggio", sottolinea l'istituto di credito. E aggiunge: "Nessuno dei dipendenti di Bank of America sapeva, o era in condizione di sapere, della reale situazione finanziaria della Parmalat".
Prima sentenza. Si tratta della prima sentenza dibattimentale al mondo sul crac Parmalat, un buco da 14 miliardi di euro. Il verdetto arriva a cinque anni dall'inizio del disastro del gruppo agroalimentare di Collecchio e dalla dichiarazione di insolvenza. Da allora un'indagine difficile, passata attraverso una richiesta di processo con rito immediato bocciata dal gup di Milano, un'udienza preliminare durata sei mesi e poi un processo iniziato più di tre anni fa.
L'altro processo. A Milano è in corso un altro dibattimento per la cosiddetta responsabilità oggettiva che vede imputate alcune banche estere tra cui Bank of America. E' il processo su cui puntano adesso le loro speranze i risparmiatori delusi dalla sentenza appena emessa perché l'istituto era certamente il più solvibile tra gli imputati.
(18 dicembre 2008)

PARMALAT, DIECI ANNI DI RECLUSIONE A TANZI
ANSA.it 18 dicembre 2008
MILANO - I giudici del tribunale di Milano hanno condannato a dieci anni di reclusione Calisto Tanzi per la vicenda del crac Parmalat. I giudici hanno ritenuto responsabile Tanzi dei reati di aggiotaggio, ostacolo all'attività degli organi di vigilanza, concorso in falso con i revisori. Inoltre l'ex patron di Collecchio è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata della pena e condannato a risarcire in via provvisionale le parti civili. E' stato assolto solo per un capo di imputazione relativo al concorso in aggiotaggio con gli ex funzionari di Bank of America che sono stati assolti.

ASSOLTI ALTRI IMPUTATI TRANNE ITALAUDIT
Il tribunale di Milano ha assolto tutti gli altri imputati, tranne la società Italaudit, per il crac Parmalat. I giudici della prima sezione del Tribunale di Milano hanno condannato la società di revisione Italaudit (ex Grant Thornton) a una sanzione di 240 mila euro e hanno disposto la confisca di oltre 455 mila euro. Le persone assolte a vario titolo, o per prescrizione o perché il fatto non sussiste o perché non è previsto dalla legge come reato, sono tre ex funzionari di Bank of America, Luca Sala, Luis Moncada e Antonio Luzi, i tre ex consiglieri indipendenti Paolo Sciumé, Luciano Silingardi ed Enrico Barachini, e Giovanni Bonici, ex responsabile di Parmalat Venezuela.

RESPINTE DUE RICHIESTE DI PATTEGGIAMENTO
I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano, prima di leggere la sentenza di condanna per Calisto Tanzi a dieci anni di reclusione per il crac Parmalat hanno respinto una richiesta di patteggiamento presentata da due imputati: Maurizio Bianchi e Lorenzo Penca ritenendo la pena patteggiata non congrua, disponendo quindi la separazione delle loro posizioni. Per un'altra decina di imputati è stata invece accolta la richiesta di patteggiamento a pene che vanno dai 5 mesi e 10 giorni ai 2 mesi.

BOFA: FRODE PERPETRATA DA DIPENDENTI SOCIETA'
Bank of America, con una nota, esprime la propria soddisfazione per la decisione del Tribunale di Milano di prosciogliere tre suoi ex dipendenti dall'accusa di aggiotaggio. "La decisione del Tribunale - spiega l'istituto di credito - stabilisce in modo inconfutabile che gli ex dipendenti della banca non hanno commesso il reato di aggiotaggio. Dopo oltre quattro anni di processo è emerso chiaramente che la frode Parmalat è stata perpetrata solo dai dipendenti della stessa società con l'assistenza di alcuni suoi revisori contabili". "Come le prove prodotte in giudizio hanno dimostrato - conclude la nota -, nessuno dei dipendenti di Bank of America sapeva, o era in condizione di sapere, della reale situazione finanziaria della Parmalat, che non fu rilevata neppure nel corso di indagini approfondite della Consob e di altre autorità pubbliche".

LEGALE LUZI: SENTENZA GIUSTA
"Siamo molto felici e la consideriamo una sentenza giusta e rispettosa del diritto": lo ha affermato Jacopo Pensa, legale di Antonio Luzi, ex dipendente di Bank of America, assolto nel processo sul crac Parmalat. A un cronista che gli chiedeva se è possibile che Tanzi sia l'unico responsabile, l'avvocato ha risposto: "può essere così, ma certamente se l'ha fatto con altri, non l'ha fatto con chi è stato assolto questa sera".

PM GRECO: IMPIANTO RIMANE CONFERMATO
Non sembra turbato dalla sentenza di questa sera del Tribunale di Milano, che ha condannato il solo Calisto Tanzi e ha assolto gli altri imputati, il procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, il quale analizza la situazione nella sua complessità e ricorda come su 29 imputati complessivi almeno una ventina siano stati condannati o abbiano patteggiato. "Per quanto riguarda il capo d'imputazione riguardante Bank of America - spiega il procuratore aggiunto - è stata riconosciuta la prescrizione, peraltro modificata a seguito della legge Cirielli". Pertanto, per il magistrato, "l'impianto dell'inchiesta rimane confermato". Impugnerete la sentenza? "Vedremo le motivazioni e decideremo".

Parmalat, 10 anni a Tanzi, assolti tutti gli altri
18 dicembre 2008
MILANO (Reuters) - I giudici del Tribunale di Milano hanno condannato Calisto Tanzi a dieci anni per aggiotaggio nel processo Parmalat per il crack del gruppo di Collecchio, ma hanno assolto le altre sette persone fisiche imputate. Alla società Italaudit (ex Grant Thornton), è stata invece comminata una sanzione pecuniaria di 240.000 euro e una confisca di 450.000 euro. Il tribunale ha accolto i patteggiamenti per: Mario Brughiera (4 mesi), Oreste Ferretti (3 mesi), Adolfo Mamoli (5 mesi e 10 giorni), Giuseppe Rovelli (5 mesi e e 10 giorni), Paola Visconti (3 mesi), Alberto Mistrangelo (2 mesi), Massimo Nuti (2 mesi e 10 giorni), Andrea Petrucci (4 mesi). "Prendo atto che l'unico responsabile è l'ex patron Tanzi", è stato il commento alla sentenza del suo difensore Giampietro Biancolella. In una nota invece Bank of America ha espresso la propria soddisfazione "per la decisione del tribunale di prosciogliere i suoi ex dipendenti dall'accusa di aggiotaggio. Dopo oltre 4 anni di processo è emerso chiaramente che la frode è stata perpetrata solo dai dipendenti di Parmalat". "L'impianto dell'inchiesta rimane confermato - è stato invece il commento del pm Francesco Greco - Su 29 imputati tra patteggiamenti e abbreviati, almeno una ventina sono stati condannati". "Per quanto riguarda Bank of America, è stato riconosciuta la prescrizione, peraltro modificata in seguito alla legge Cirielli". Alla domanda se la Procura impugnerà la sentenza, Greco ha risposto: "Vedremo le motivazioni e decideremo" I reati di cui Tanzi e gli altri imputati sono stati chiamati a rispondere erano, a vario titolo, aggiotaggio e ostacolo all'autorità di vigilanza. I pm di Milano Greco, Eugenio Fusco e Carlo Nocerino avevano chiesto 13 anni di reclusione per Calisto Tanzi e pene fra tre anni e sei mesi per gli altri, mentre per la Italaudit erano stati chiesti 300.000 euro di sanzione pecuniaria e una confisca di 600.000 euro. Alla fine del 2003 Parmalat è crollata sotto il peso di un buco da oltre 14 miliardi di euro, trascinando nel baratro oltre 100.000 risparmiatori che avevano sottoscritto obbligazioni del gruppo. Italaudit era imputata nel processo per la legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle aziende per i reati commessi dai propri dipendenti.


Parmalat: Tanzi condannato
a 10 anni di reclusione
ILSOLE24ORE.COM > Finanza e Mercati
18 dicembre 2008
Dopo circa 33 ore di camera di consiglio e 100 udienze per più di tre anni di processo, il Tribunale di Milano ha emesso una sentenza a sorpresa sul crack della Parmalat: di tutti gli imputati giudicati con rito ordinario, patteggiamenti e soggetti giuridici a parte, i giudici hanno condannato solo Calisto Tanzi.
L'ex patron di Collecchio deve scontare, per il collegio presieduto da Luisa Ponti, una pena di 10 anni per i reati di aggiotaggio e ostacolo agli organismi di vigilanza. Solo lui.
Prosciolti invece, sono tutti gli altri a partire dai tre ex dipendenti di Bank of America, Luca Sala, Louis Moncada e Antonio Luzi, nonostante che l'accusa avesse puntato il dito, come corresponsabile di un crack definito "globale" proprio BofA.
Prosciolti sono anche Giovanni Bonici, di Parmalat Venezuela, Paolo Sciumè, ex membro del cda di Collecchio, il banchiere Luciano Silingardi ed Enrico Barachini. Condannata invece a 240 mila euro di sanzione e ad una confisca di 455 mila euro, cifre comunque inferiori alle richieste dell'accusa, è stata Italaudit, l'ex Grant Thornton.
I giudici di Milano hanno poi distribuito una serie di pene che vanno dai cinque mesi e 10 giorni ai due mesi per otto persone fisiche, tra le quali la nipote di Calisto Tanzi, Paola Visconti, che avevano fatto richiesta di patteggiamento. Così come hanno condannato con patteggiamento anche Deloitte & Touche e Dianthus, che nel corso degli anni avevano già risarcito 34 mila parti civili, su un totale di 40 mila, per 33 milioni di euro.
La sentenza ha lasciato stupiti tutti i presenti, dai tre pm del procedimento, Francesco Greco, Eugenio Fusco e Carlo Nocerino ai difensori delle parti. "L'impianto dell'inchiesta rimane confermato". Ha affermato in serata il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, dopo la lettura della sentenza. Il magistrato analizza la situazione nella sua complessità e ricorda come su 29 imputati indagati dalla Procura di Milano, 20 complessivamente sono stati condannati con riti alternativi o hanno patteggiato.
Per quanto riguarda poi il capo di imputazione per la posizione di Bank of America, "è stata riconosciuta - ha dichiarato Greco - la prescrizione per altro modificata dalla legge Cirielli". Nel complesso, quindi "l'impianto dell'inchiesta - sottolinea ancora il magistrato - rimane confermato". Anche per la Procura, così come per i difensori di Calisto Tanzi, è presto per parlare di una impugnazione in appello: "Prima vedremo le motivazioni della sentenza e poi decideremo".
E c'è già chi preannuncia che il verdetto emesso questa sera non sarà indolore per il giudizio ancora in corso a Milano nei confronti degli istituti di credito e a Parma, dove si deve celebrare il processo principale. La sentenza del Tribunale di Milano arriva a cinque anni esatti da quella che, per Collecchio, fu l'inizio della fine. Era il 19 dicembre 2003 quando si scoprì che nel conto Bonlat in Bank of America non c'era un solo centesimo.
Si scoprì che la lettera di credito che vantava 3 milioni e 900 mila euro siglata da Bofa era in realtà una "patacca napoletana" per usare le parole di allora del procuratore aggiunto Francesco Greco, una patacca costruita ad arte negli uffici di Parmalat. E a quel punto divenne inevitabile il crack del gruppo, un fallimento a cavallo tra una storia di provincia e una truffa mondiale.
Non ci volle molto, per gli inquirenti, accertare cosa fosse in realtà Bonlat, cioè un "contenitore spazzatura", localizzato alle isole Cayman, frutto della finanza creativa di Fausto Tonna con il quale fingere di produrre e distribuire latte in polvere per il mercato cubano, ma utilizzato in realtà per inventarsi liquidità inesistenti. Era il conto denominato 'ret put' indecifrabile cifra che stava ad indicare, come diranno in seguito gli indagati "rettifica puttanate".
Quella di Parmalat, nelle indagini, è diventata in seguito la storia di una società decotta già nei primi anni '90, tecnicamente fallita nel 1999, ma tenuta in vita con notizie false costruite, ha da sempre sostenuto l'accusa, con la complicità di banche, revisori (questa sera però risparmiati dal verdetto dei giudici) e ricorsi a bond scaricati sui risparmiatori. Alla fine il buco del gruppo venne quantificato in quasi 15 miliardi di euro dei quali quasi 10 in danno ai risparmiatori.
Una situazione per la quale, hanno affermato questa sera tra l'ironico e l'amareggiato, i due difensori di Calisto Tanzi "evidentemente l'unico responsabile è stato l'ex patron". Ma è presto, sostengono ancora gli avvocati Giampiero Biancolella e Fabio Belloni, per parlare di quello che si preannuncia come un inevitabile ricorso in appello. "Prima attendiamo di leggere le motivazioni di questo verdetto", si limitano a rispondere i due avvocati ricorrendo alla più formale delle dichiarazioni.
A 'gridare vittoria' è invece Bank of America. "La decisione del tribunale - sottolinea l'istituto di credito - stabilisce in modo inconfutabile che gli ex dipendenti della banca non hanno commesso il reato di aggiotaggio. Dopo oltre tre anni di processo è emerso chiaramente che la frode Parmalat è stata perpetrata solo dai dipendenti della stessa società con l'assistenza di alcuni suoi revisori contabili. Come le prove prodotte in giudizio hanno dimostrato - conclude Bofa - nessuno dei dipendenti di Bank of America sapeva o era in condizioni di sapere della reale situazione finanziaria della Parmalat che non fu rilevata neppure nel corso di indagini approfondite della Consob e di altre autoritá pubbliche".
L'avvocato della Consob, Emanuela Di Lazzaro, pur avendo ottenuto 380 mila euro per "danno al mercato" dal solo Calisto Tanzi esprime "delusione" per l'assoluzione dai reati di ostacolo all'esercizio delle funzioni di vigilanza e aggiotaggio dei tre consiglieri indipendenti di Parmalat, Paolo Sciumè, Enrico Barachini e Luciano Silingardi.
"Sono coloro che avrebbero dovuto assicurare la correttezza delle informazioni e la loro regolarità - ha spiegato il legale -: la loro assoluzione consiste in un messaggio debole verso coloro che dovrebbero essere garanti della correttezza".


Crac Parmalat, dieci anni a Tanzi
Corrieredellasera.it
I giudici del tribunale di Milano hanno assolto gli altri imputati, condannando solo l'ex patron
MILANO - I giudici del tribunale di Milano hanno condannato a dieci anni di reclusione Calisto Tanzi per la vicenda del crac Parmalat. Il pm aveva chiesto tredici anni. L'ex patron dell'azienda di Collecchio, era imputato insieme ad altre otto, tra persone fisiche e società, per aggiotaggio, falso dei revisori e ostacolo alla Consob. Alla fine del 2003 Parmalat crollò sotto il peso di un buco da oltre 14 miliardi di euro, trascinando nel baratro oltre 100.000 risparmiatori che avevano sottoscritto obbligazioni del gruppo.
ASSOLTI GLI ALTRI IMPUTATI - I giudici che hanno condannato Tanzi hanno assolto sette degli altri otto imputati. Tra gli assolti ci sono gli uomini di Bank of America Luca Sala, Antonio Luzi e Louis Moncada e i consiglieri di amministrazione indipendente Paolo Sciumè, Luciano Spilingardi, Enrico Barachini e Giovanni Bonici, ex responsabile di Parmalat Venezuela. All'ottavo imputato, la società Italaudit (ex Grant Thornton), è stata invece comminata una multa.
"UNICO RESPONSABILE" - "Prendo atto che l'unico responsabile è evidentemente Calisto Tanzi" ha detto il legale difensore di dell'ex numero uno di Collecchio dopo la sentenza. Ma è presto per parlare di un ricorso in appello: "Prima - ha detto l'avvocato Giampiero Biancolella - dobbiamo leggere i motivi di questa sentenza".
BANK OF AMERICA - Calisto Tanzi, dovrà risarcire Bank of America con 80mila euro. È questa una delle decisioni più sorprendenti contenute nella sentenza con cui il tribunale di Milano ha condannato solamente Tanzi a 10 anni di reclusione, assolvendo tutti gli altri imputati e dichiarando che Bank of America non deve essere sanzionata come responsabile civile e non dovrà versare un euro ai risparmiatori. "Siamo molto felici e la consideriamo una sentenza giusta e rispettosa del diritto" ha affermato Jacopo Pensa, legale di Antonio Luzi, ex dipendente di Bank of America, assolto. A un cronista che gli chiedeva se è possibile che Tanzi sia l'unico responsabile, l'avvocato ha risposto: "Può essere così, ma certamente se l'ha fatto con altri, non l'ha fatto con chi è stato assolto questa sera".
"CONFERMATO L'IMPIANTO ACCUSATORIO" - Non sembra turbato dalla sentenza del Tribunale di Milano, che ha condannato il solo Calisto Tanzi e ha assolto gli altri imputati, il procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco, il quale analizza la situazione nella sua complessità e ricorda come su 29 imputati complessivi almeno una ventina siano stati condannati o abbiano patteggiato. "Per quanto riguarda il capo d'imputazione riguardante Bank of America - spiega il procuratore aggiunto - è stata riconosciuta la prescrizione, peraltro modificata a seguito della legge Cirielli". Pertanto, per il magistrato, "l'impianto dell'inchiesta rimane confermato". Impugnerete la sentenza? "Vedremo le motivazioni e decideremo". PATTEGGIAMENTI - I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano, chiamati anche a decidere se accogliere o meno le richieste di patteggiamento già concordate con la Procura, hanno respinto una richiesta di patteggiamento presentata da due imputati: Maurizio Bianchi e Lorenzo Penca ritenendo la pena patteggiata non congrua e disponendo quindi la separazione delle loro posizioni. Per un'altra decina di imputati è stata invece accolta la richiesta di patteggiamento a pene che vanno dai 5 mesi e 10 giorni ai 2 mesi.
18 dicembre 2008





Parmalat, Tanzi condannato a 10 anni.Assolti gli altri imputati nel processo.
ilGiornale.it
18 dicembre 2008
Milano - L'ex patron della Parmalat Calisto Tanzi è stato condannato a 10 anni di reclusione e all'interdizione perpetua dei pubblici uffici dal tribunale di Milano. I giudici hanno riconosciuto Tanzi colpevole di aggiotaggio, falso dei revisori e ostacolo alla Consob: dovrà risarcire Bank of America con 80mila euro. Sono, invece, stati tutti assolti gli altri imputati diversi. Tra questi gli uomini di Bank of America Luca Sala, Antonio Luzi e Louis Moncada e i consiglieri di amministrazione indipendente Paolo Sciumè, Luciano Spilingardi, Enrico Barachini e Giovanni Bonici, ex responsabile di Parmalat Venezuela.
La condanna all'Italaudit Il tribunale di Milano ha assolto tutti gli altri imputati, tranne la società Italaudit, per il crac Parmalat. I giudici della prima sezione del Tribunale di Milano hanno condannato la società di revisione Italaudit (ex Grant Thornton) a una sanzione di 240 mila euro e hanno disposto la confisca di oltre 455 mila euro. Le persone assolte a vario titolo, o per prescrizione o perchè il fatto non sussiste o perchè non è previsto dalla legge come reato, sono tre ex funzionari di Bank of America, Luca Sala, Luis Moncada e Antonio Luzi, i tre ex consiglieri indipendenti Paolo Sciumè, Luciano Silingardi ed Enrico Barachini, e Giovanni Bonici, ex responsabile di Parmalat Venezuela.
Un processo storico Cominciato il 28 settembre 2005, sviluppatosi in 99 udienze, giunge così a conclusione il processo, il primo in Italia con rito ordinario e che tira in ballo l'istituto di credito americano, sul fallimento della storica azienda agroalimentare con le sue diversificate attività all'estero. Azienda che, come ha sottolineato la Procura nella requisitoria, da quando si è quotata in Borsa, se non da prima, attraverso la finanziaria Parfin, ha manipolato il mercato: "Quindici anni di informazioni false, di dati economici e patrimoniali falsificati, non veritieri, l'alterazione di tutti gli strumenti finanziari" sono serviti al gruppo per dare di sé un'immagine di solidità, per poi finire travolto dal tracollo nel dicembre 2003 con un buco di 14 miliardi di euro. Una somma "incredibile di debiti di cui 10 miliardi in danno dei risparmiatori". E' stato "consapevolmente tenuto in vita un titolo che doveva andare in default già da molti anni e forse non aveva nemmeno ragione di esistere dall'inizio", sostiene la pubblica accusa. E di ciò i principali responsabili sono stati Tanzi, gli ex amministratori con la complicità delle banche e dei revisori.
Un "brutto film di mafia" Per questo "brutto film di mafia" come ha definito il caso Parmalat il procuratore aggiunto Francesco Greco, e tenendo conto "della particolare gravità del reato di aggiotaggio" e dell'"enorme danno" causato ai piccoli azionisti erano state chieste pene severe: 13 anni di carcere per Tanzi, 3 anni e mezzo per Giovanni Bonici, ex responsabile di Parmalat Venezuela; 5 anni per Paolo Sciumé e Luciano Silingardi e 4 anni per Enrico Baracchini, ex consiglieri indipendenti; 6 anni per Luca Sala, 5 anni per Luis Moncada e 3 anni e mezzo per Antonio Luzi, ex dipendenti di BofA e definiti da Greco "giocatori d'azzardo con le carte truccate". Riguardo a Italaudit la richiesta è stata di 300 mila euro di pena pecuniaria e confisca di 600 mila euro.
Il legale di Tanzi "Prendiamo atto che lui è l'unico responsabile", ha affermato Giampiero Biancolella, legale di Calisto Tanzi, lasciando l'aula del tribunale di Milano dove è stata letta la sentenza. "Non rilasciamo alcun commento - ha spiegato Biancolella - prendiamo atto che Tanzi è l'unico responsabile". Ai cronisti che gli domandavano se farà ricorso, il legale ha risposto: "Queste sono frasi di costume che non servono a nulla. Dobbiamo leggere le motivazioni della sentenza".

Crac Parmalat: a Tanzi dieci anni. Assolti gli altri imputati
PANORAMA Venerdì 19 Dicembre 2008
10 anni di reclusione: tanto dovrà scontare Calisto Tanzi, per il crac della Parmalat. A deciderlo la prima sezione penale del tribunale di Milano, che ha giudicato colpevole l'ex patron di Collecchio per i reati di aggiotaggio, ostacolo all'attività degli organi di vigilanza e falso dei revisori. Per lui, la pubblica accusa aveva chiesto una condanna di 13 anni. Il tribunale di Milano ha assolto tutti gli altri imputati. Inoltre l'ex patron di Collecchio è stato interdetto dai pubblici uffici per la durata della pena e condannato a risarcire in via provvisionale le parti civili. È stato assolto solo per un capo di imputazione relativo al concorso in aggiotaggio con gli ex funzionari di Bank of America, che sono stati assolti.

È questo il verdetto, almeno dalla prospettiva milanese, quella della Borsa, sullo scandalo finanziario più fragoroso degli ultimi anni. Dopo un giorno e mezzo di camera di consiglio e 99 udienze, tre giudici, Luisa Ponti (presidente), Giuseppe Gennari e Silvia Baldi, condannano l'ex patron del gruppo di Collecchio, accusato di aggiotaggio e ostacolo all'autorità di vigilanza, a 10 anni di reclusione ma assolvono "per non aver commesso il fatto" i tre ex funzionari di Bank of America, Antonio Luzi, Luis Moncada e Luca Sala, l'ex responsabile di Parmalat Venezuela, Giovanni Bonici, e gli ex consiglieri indipendenti dell'azienda di Collecchio, Luciano Silingardi, Paolo Sciumè ed Enrico Barachini.

Sentenza che appare amara per i pm Eugenio Fusco, Carlo Nocerino e Francesco Greco, che "ottengono" la condanna di Tanzi, ma assistono all'esultanza in aula degli avvocati dei sette assolti per i quali avevano chiesto pene dai tre anni e mezzo ai sei anni. Accolte solo le richieste di otto patteggiamenti presentate dagli imputati già a processo a Parma le cui posizioni non sono state però discusse nel dibattimento milanese. Si tratta di Mario Brughera, ex presidente del collegio sindacale, (4 mesi in continuazione con la pena già stabilita nella città emiliana), Oreste Ferretto (3 mesi), Adolfo Mamoli e Giuseppe Rovelli, ex revisori di Deloitte & Touche, (5 mesi e 10 giorni), Paola Visconti, la nipote di Tanzi, (3 mesi), Piero Mistrangelo (2 mesi), Massimo Nuti (2 mesi e 10 giorni), Andrea Petrucci (4 mesi).
Respinte perché definite "incongrue" le pene concordate tra Procura e Maurizio Bianchi e Lorenzo Penca, ex revisori di Grant Thornton, per i quali il processo riprenderà dal 4 febbraio prossimo davanti alla prima sezione penale del Tribunale. Condannata la società Italaudit (ex Gran & Thornton) a una sanzione di 240mila euro e alla confisca di 455mila euro.

Sintetico il commento di Giampiero Biancolella, l'avvocato di Tanzi, che constata come "unico responsabile del crac sia stato l'ex patron", che dovrà anche risarcire 380mila euro alla Consob. Prescritta la parte del capo d'imputazione relativa al capitolo brasiliano del dissesto sia per Tanzi che per Sala.
Dunque, per il Tribunale è stato il solo Tanzi a ingannare il mercato, bombardandolo di false informazioni sulla solidità della sua azienda dai piedi d'argilla. Non avrebbero colpe i consiglieri non esecutivi, né gli ex manager di Bank of America. In una nota, quest'ultima esprime "soddisfazione". "Sentenza giusta" esulta Jacopo Pensa, legale di Luzi "che rispecchia la situazione. Sarebbe stata assurda una decisione contraria". Non appare turbato il pm Francesco Greco che ricorda come su 29 imputati "almeno una ventina sono stati condannati" e ritiene che, anche oggi si possa dire che "l'impianto dell'inchiesta è stato confermato".























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